Controllo di Gestione Finanza d'impresa Strategia

Declino e crisi aziendale. Parte II – Possibili interventi per risolvere la crisi

Analisi e descrizione delle cause della crisi e degli squilibri aziendali:

condizioni per il loro superamento

 

Sommario:

PARTE I

  1. La nuova dimensione della crisi d’impresa
  2. L’identificazione dello stato di crisi
  3. Strumenti di diagnosi e modelli previsionali

PARTE II

  1. Possibili interventi per risolvere la crisi

 

PARTE III

 

  1. Il nuovo codice della crisi e dell’insolvenza D.lgs 14/2019

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PARTE II : POSSIBILI INTERVENTI PER RISOLVERE LA CRISI:

Una volta rilevato uno stato di declino o più grave di crisi è fondamentale predisporre un tempestivo e completo piano di risanamento che intervenga in modo integrato e con tempi e responsabilità definite sui vari aspetti critici aziendali:

Gli interventi nell’area finanziaria agendo sulla struttura, qualità e quantità del Debito:

Il piano di ristrutturazione prevede interventi radicali nella posizione finanziaria. Vanno valutati possibili interventi preliminari ad esempio di:

  • Cessione di assets non strategici;
  • Razionalizzazione della struttura finanziaria con eventuale costituzione di holding;
  • Lease back/mutui della componente immobiliare;
  • Riequilibrio temporale delle fonti e degli impieghi con ristrutturazione del debito a lungo termine e consolido di quota debito bancario da breve a lungo termine;
  • Gestione attiva del capitale circolante (crediti-fornitori-magazzino);
  • Utilizzo di finanza agevolata regionale/statale/UE;
  • Saldo e stralcio stragiudiziale per debiti gestionali/finanziari;

L’obiettivo è di ripristinare in tempi brevissimi un equilibrio nei flussi finanziari di medio termine, senza il quale ogni altro intervento è molto difficile si possa realizzare.

 

  • Gli interventi per rafforzare l’EQUITY:
  • Con apporto dei soci esistenti e/o entrata di nuovi soci;
  • Ingresso di Fondi d’investimento..;
  • Conversione dei finanziamenti dei soci;
  • Valutazione di interventi “carve-out”: cessione di rami d’azienda non strategici;
  • Altri strumenti ibridi di patrimonializzazione variabili nella disponibilità a seconda del tipo d’azienda (quotate o non; Midcap o PMI..) e stato della crisi.

 

  • Gli strumenti pubblici disponibili:

La gestione operativa di risanamento va coordinata con gli strumenti pubblici disponibili:

  • Utilizzo della Cassa Integrazione ordinaria e straordinaria;
  • Incentivi alla ricapitalizzazione;
  • Incentivi previsti dalla normativa di settore;
  • Rateizzazioni delle imposte;
  • Utilizzo degli strumenti Sace o Simest (es. Fondo 394) per il sostegno commerciale all’estero;

 

  • La ristrutturazione industriale:

Dopo aver valutato la sostenibilità del business corrente (in primis finanziaria nel breve), va fatto un piano industriale, che rimuova le cause industriali della crisi, spesso anche ripensando il business model, agendo sui fattori critici di successo e puntando sui punti di forza e superando quelli di debolezza per:

  • Attuare un recupero di marginalità e una riduzione dei costi fissi ad un livello di sostenibilità in funzione del break even point;
  • Vendere assets non strategici, focalizzandosi sul core business;
  • Identificare un piano d’azione correttivo con target per aree funzionali, tempi, responsabilità e indicatori;

Quindi la ristrutturazione finanziaria concede “tempo” alla ristrutturazione industriale per manifestare i suoi effetti positivi, ma è la seconda che permetterà di superare la crisi e riportare in bonis il business e l’azienda.

 

Fattori critici di successo della strategia di risanamento:

Tenuto conto della peculiarità delle diverse situazioni delle crisi d’impresa, i fattori critici di successo non possono essere generalizzati, se non con riferimento ai requisiti di carattere generale quali:

  • Tempestivo intervento ai primi sintomi della crisi;
  • Comprensione delle cause della crisi;
  • Valutazione della reversibilità della crisi, in primis derivante dalle potenzialità di natura industriale del business, in un’analisi micro e macro (sostenibilità economico-finanziaria e patrimoniale dimostrata in un business plan costruito considerando anche più scenari futuri – documento peraltro fondamentale per poter chiedere nuova finanza sia a debito che di capitale di rischio). Assistenza da parte di un advisor con elevate competenze di analisi strategica e finanziaria, con indiscussa reputazione sul mercato.
  • Elaborazione di piani che evidenzino il superamento delle criticità in un orizzonte temporale di 3/5 anni;
  • Identificazione preventiva delle opzioni strategiche e tattiche da valutare nel corso del periodo di piano;
  • Compagine societaria sufficientemente coesa;
  • Disponibilità della proprietà a fare un passo indietro a favore di una gestione manageriale;
  • Disponibilità della proprietà all’entrata di nuovi soci – partner industriali o finanziari;
  • Collaborazione del personale interno nella fase di cambiamento organizzativo presente in ogni piano di risanamento;
  • Spazi per efficientamenti per una riduzione dei costi fissi/variabili e miglioramenti di processo industriale e/o organizzativo etc;
  • Non eccessivo frazionamento dei debiti finanziari (es. tante banche – importi ridotti cadauna);
  • Rapidità di decisione e azione da parte delle banche;
  • Realizzazione di uno stretto monitoraggio delle azioni e dei risultati dell’impresa nel periodo di piano.

 

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